Nuovo gassificatore, nuovo comitato, nuova battaglia

La storia si ripete, così come i comportamenti umani” scriveva il Machiavelli ne “Il Principe”. E’ passato poco più di un mese da quando il TAR di Brescia ha ribadito il “NO” al gassificatore di pollina a Bedizzole. Progetto precedentemente bocciato dalla Provincia per le troppe criticità ambientali della zona. Oltre che da sette diverse amministrazioni comunali e dalla popolazione.

Oggi, qualche chilometro più in là, si parla di un nuovo impianto a biogas. Non produrrà energia elettrica da deiezioni agricole, ma da fanghi di depurazione. Al posto delle 18.000 tonnellate di materiale da smaltire, sarà predisposto per trattare 210.000 tonnellate di prodotto. Più di undici volte tanto. E’ lecito aspettarsi, quindi, qualcosa di “leggermente” diverso da ciò che si è soliti vedere nelle aziende agricole.

Per fronteggiare il progetto a Bedizzole, il 10 Aprile 2011, si costituiva il Comitato Civico Salute e Ambiente. L’obiettivo era salvaguardare l’ambiente e la salute pubblica e proteggere le attività economiche e turistiche locali. A raccoglierne l’eredità è, oggi, il Comitato Campagnoli, nato per contrastare gli odori molesti provenienti dalla struttura esistente ed ora pronto ad impedire l’inserimento di un impianto di produzione di biogas da 3MW.

Ciò che preoccupa i cittadini aderenti è la vicinanza del progetto a zone densamente popolate e frequentate, come la frazione di Castelvenzago, situata ad una distanza di circa un chilometro, e strutture ricettive quali il Centro Commerciale “Il Leone” e la multisala cinematografica King. Impensieriscono – si legge in un comunicato stampa –  la “vulnerabilità della falda acquifera, che si trova a soli 5 metri dal piano campagna e che, in certe aree, è stata resa affiorante per le attività estrattive site nelle vicinanze” e l’effetto perverso che si andrebbe a generare verso “una zona di pregio, alle porte del lago di Garda, caratterizzata, come si evince dallo stesso PGT, dalla presenza di numerose aziende agricole con produzioni di qualità, da attività turistiche e ricettive, da strutture per la pratica sportiva, da attività commerciali diffuse, oltre che da un cospicuo patrimonio edilizio ad uso residenziale”.

Ma è soprattutto il problema salute a rendere inquieti gli animi, a causa delle “emissioni atmosferiche notevoli, tra cui gli ossidi d’azoto, la formaldeide, gli idrocarburi, gli ossidi di zolfo, le diossine, le polveri sottili PM10 e PM2,5. Durante la ricerca delle notizie in merito all’inquinamento da ossidi di azoto è emerso che la Pianura Padana è al quinto posto al mondo per inquinamento da tali agenti e nello specifico il gassificatore in questione ne produrrebbe in quantità sensibili. Dallo studio pubblicato nel luglio 2013 da Lancet Oncology è stato dimostrato che il numero di tumori polmonari che si registrano in una determinata popolazione, aumenta in proporzione alla concentrazione di polveri sottili che quella popolazione ha mediamente respirato e che ogni 10 microgrammi in più, di polveri sottili presenti in un metro cubo d’aria inalato, il rischio di cancro polmonare aumenta del 22%”.

Ben lontano dalla semplice mentalità “NIMBY”, il Comitato intende battersi non per spostare l’impianto, ma per dimostrare una volta per tutte il rischio sociale ed ecologico di questi progetti, poco o nulla giustificati dall’interesse pubblico. Ad aiutarlo nell’impresa si sono già mossi eminenti studiosi: professori universitari, ingegneri, storici ambientali e medici. Altri ancora ne arriveranno. E’ già in programma un’assemblea pubblica, di cui sarà indicata l’imminente data, per meglio illustrare alla popolazione la tematica. Dopo un’estate piuttosto fredda, attendiamoci quindi un autunno particolarmente “caldo”.

FONTE: Articolo pubblicato su ECO DELLE VALLI il 11-10-2013 <ahref=”http://www.ecodellevalli.tv/cms/2013/10/11/garda-nuovo-gassificatore-nuovo-comitato-nuova-battaglia/”>LINK